giovedì 10 luglio 2008

La Due Torri tira il freno e la Lega attacca le Fonti

RECOARO. Il consigliere Besco del Carroccio: «Nessuno ha verificato la solidità finanziaria, Casa si deve dimettere»
La Due Torri tira il freno e la Lega attacca le Fonti

Sull'affare terme la società “R. E. Due Torri" tira il freno a mano, almeno stando alle dichiarazioni del consigliere comunale leghista Franco Besco che attacca: «Basta proroghe. Bisogna procedere nell'individuazione di operatori seri e della zona». L'esponente leghista, tramite Luciano Todaro, membro del Consiglio di amministrazione di “Terme di Recoaro spa” , sostiene che «già il 20 giugno la Due Torri aveva richiesto un incontro con il Consiglio di amministrazione delle Terme, lasciando intendere che non era in grado di onorare l'impegno assunto.

Il 30 giugno, invece dei legali rappresentanti della Due Torri, si è presentato l'avvocato di Foggia Vincenzo Chirolli che fa parte di uno studio specialista in fallimenti. Le proposte sono state due: presentare garanzie per i rimanenti 3 milioni e 400 mila euro con obbligazioni di una società terza o offrire al migliore offerente la possibilità di subentro, previo versamento alla Due Torri di almeno 1 milione 500 mila euro quale rimborso per quanto giò versato e per coprire le esposizioni bancarie e le consulenze sostenute».
Besco prosegue chiedendosi se «una volta avuto il primo contatto con questa cordata, si è provveduto a verificare se ci fosse una realtà industriale, immobiliare o di professionisti del settore turistico. Si è poi provveduto a verificare le vere intenzioni della Due Torri e con quali mezzi avrebbe affrontato un impegno economico così oneroso?».
Qui il discorso si sposta sulla reale consistenza economica della società Due Torri, creata ad hoc il 4 giugno 2007, che, alla data del 28 giugno 2007, giorno della serata di presentazione del progetto di riqualificazione del comprensorio termale, era di 10 mila e 200 euro di cui 2 mila 550 versati. Al momento del compromesso la “Terme di Recoaro” ha incassato 500 mila euro, coprendo parte delle perdite di esercizio ma, sostiene Besco, «non preoccupandosi di verificare la solidità dell'acquirente attivando le fideiussioni, bancarie o assicurative, come ogni buon professionista dovrebbe chiedere. Nel frattempo non si sono più avute notizie se non quella della richiesta di proroga al 30 giugno 2008, con il versamento di 100 mila euro nell'attesa del rogito definitivo».
«Il presidente Casa dovrebbe dimettersi - insiste Besco - per come ha gestito tutta la vicenda. E il sindaco avrebbe potuto evitare la sceneggiata elettorale del 28 giugno 2007 quando presentò il progetto Fonti a teatro».

Luigi Cristina
Il Giornale di Vicenza
mercoledì 09 luglio 2008 provincia pag. 23

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